Come si dice sempre: due figli, due esperienze differenti.
Ed è proprio così. Quando nacque CottonCandy ero completamente inesperta e, avendo ricevuto gran parte di ciò che mi serviva da un’amica che mi regalò le cose che non usava più, non mi posi il problema e non mi informai su soluzioni differenti. Questa mia cara amica mi donò un marsupio – un porta bebè frontale – che mi fu decisamente comodo. Fino al terzo mese usai il passeggino e, quando il mio bimbo fu sufficientemente grande, passai a questo supporto con grande comodità e soddisfazione.
Fu solo con la nascita di Cinquanta Sfumature di No che scoprii il mondo delle fasce, che sono porta bebè utilizzabili in alcuni casi fin dalla nascita e che sono legate al concetto di madre-canguro: una maternità fortemente di contatto.
Ora che ho provato entrambe le soluzioni posso dirvi la verità (non spifferatela troppo in giro). E la verità è che non esiste una soluzione porta bebè migliore dell’altra, ma che molto dipende dalla nostra conformazione fisica, dalle nostre abitudini personali, dalla stagione in cui partoriremo e dal temperamento del nostro bimbo – ci sono bimbi che preferiscono il contatto e quelli più curiosi del mondo esterno.
Passiamo in rassegna le possibilità che abbiamo e cerchiamo di capire a chi si adattano di più.
Marsupio:
il marsupio è sicuramente la soluzione più comoda in termini di apprendimento di utilizzo, poiché non c’è da fare altro che chiudere le cinghie già posizionate. Inoltre, i marsupi, per la maggior parte, sono strutturati in modo ergonomico e sempre di più tendono ad essere traspiranti, oltre a dare un corretto supporto alla schiena del genitore. Consigliatissimo anche per i papà che desiderano provare il passeggio a due, senza dover imparare il complicato annodamento delle fasce. Le posizioni consentite per il trasporto, tuttavia, sono limitate e l’ingombro è maggiore poiché non si può ripiegare. Infine, gli spallacci imbottiti possono far sudare, soprattutto nei periodi caldi, ma in inverno non si ha questo tipo di svantaggio.
Mei-Tai:
un’altra soluzione strutturata è il Mei-Tai. Una striscia di stoffa rigida all’interno del quale viene posizionato il bebè, connessa al corpo del genitore tramite altre strisce di stoffa cucite alla parte centrale. Questa personalmente non l’ho mai provata, ma ho testimonianze di mamme che me ne hanno elencato i pregi (fondamentalmente la semplicità d’utilizzo e il limitato spazio di ingombro) e i difetti (non ci sono differenti modalità di legatura e l’aderenza tra bebè e genitore non sempre è perfetta). Considerato il tipo di stoffa e il tipo di legatura è adatta anche per nascite estive.
Fascia porta bebè morbida:
per esperienza personale, tra i portabebè che ho utilizzato, è quella che sceglierei per una terza maternità. Una volta imparato il metodo di legatura – ci si mette un paio di volte ed è fatta – i vantaggi sono davvero importanti. Il bebè è a stretto contatto con il petto della mamma, o del papà; anche se imparare a legare quella striscia di stoffa è un deterrente importante per loro.
La fascia morbida porta-bebé è davvero come averlo ancora nella pancia. In più, quando molto piccolo, è protetto dagli sguardi – e dalle manacce – degli estranei con quella brutta abitudine di toccare i neonati altrui come se niente fosse. Il limite è che quando il bambino cresce, l’elasticità della stoffa (che nei primi mesi è fondamentale) non permette di tenerlo più con la solidità necessaria. A quel punto bisognerebbe passare alla fascia rigida o ad anelli. Per quanto riguarda invece il periodo di utilizzo è abbastanza difficile usarla in estate, perché il contatto con il bambino è totale e si rischia di rientrare a casa che si è da strizzare in due.
Fascia portabebè rigida:
non ho avuto la possibilità di provarla perché nella mia città non ci sono corsi che insegnino legatura e posizioni. Direi che questo è il limite più grande. Nonostante i tutorial su internet, pare sia piuttosto complicato l’apprendimento dell’utilizzo della fascia rigida. Detto ciò c’è da ammettere che non ho mai avuto pareri contrastanti sui vantaggi dell’utilizzo di questo supporto. Anche in questo caso l’utilizzo è adatto tutto l’anno perché le differenti legature e la composizione del materiale sono ottimali anche in caso di caldo.
Fascia portabebè ad anelli o Ring Sling:
la fascia ad anelli è composta dello stesso tipo di stoffa rigida della soluzione precedente, ma ha una chiusura ad anelli sulla spalla. Si crea così una sorta di amaca per il bambino, in cui si può adagiare con differenti posizioni. Tuttavia, la modalità di utilizzo può dare una sensazione di instabilità e incertezza nel trasporto del bambino. E il peso è scaricato solo su un lato del genitore. Per chi, come me, soffre di mal di schiena è sconsigliato.
Dunque, il mio consiglio finale è cercare di comprendere le nostre necessità e scegliere adeguandoci il più possibile ad esse.
Bianca Ferrari