Arriva anche in Italia la Lip art, l’arte di decorare le labbra come fossero tele per opere d’arte. Eh si, perché questa tecnica così sofisticata e visivamente attraente, rende le labbra dei veri e propri quadri.
Insomma, guardando allo specchio le vostre labbra vi sembrerà di ammirare un dipinto, e il vostro riflesso, l’illusione visiva di una galleria d’arte. Dopo la nail art, dunque la Lip art.
Questo beauty trend, nato a Los Angeles grazie all’abilità creativa della make-up artist Vlada Haggerty, si è rapidamente diffuso negli States; e se la sua creatrice si è sbizzarrita con pailletes, paesaggi e riproduzioni di opere d’arte, Andrea Reed in arte istagram @girlgreybeauty si è divertita a dipingere fiori mentre l’australiana Genevieve Jauquet Perez disegna prevalentemente personaggi fantastici come Trilli o Jessica Rabbit.
La più famosa nel campo è però l’australiana Jazmina Daniel, i suoi sono veri e propri capolavori, spesso abbinate ad una nail art da urlo. Non si limita ad usare tanti colori di rossetto, lipgloss o lucidalabbra, la Daniel per le sua labbra-arte adopera pure ombretti, glitter e pennarelli. Le sue immagini sono ultra cliccate e repostate sui social. Famose le sue lip art di Edward mani di forbice, Harry Potter, la Sirenetta e i temi giapponesi.
Anche in Italia recentemente ha preso piede questa tendenza, soprattutto grazie alla collaborazione del marchio Pupa con la Lip art Academy e i make up artist più famosi del web.
Differentemente dalla nail art, la lip art è una tecnica decorativa molto più complessa da realizzare. Dunque, amanti del fai-da-te non improvvisante, a meno che non vogliate essere dei mostri di Halloween! Affidatevi a delle esperte make-up artist se volete un effetto visivo di grande impatto.
La cosa positiva è che finalmente potrete utilizzare delle nuances che di solito non utilizzate come il blu o il giallo per indossare una magnifica notte stellata di van Gogh!
Sui social network scrivete, dunque, l’hashtag #lipart e vi si aprirà un mondo!
xoxo Marylla
che belle 😍
Articolo di Marianna De Pilla