È di Stina Jackson, “Ghiaccio e argento”, il nuovo e appassionante thriller che ha tenuto tutta la Svezia con il fiato sospeso. Il romanzo d’esordio della scrittrice svedese è stato pubblicato da Longanesi è tradotto in ben 24 lingue.

Ghiaccio e argento, è uno di quei pochi romanzi che dopo averlo letto mi ha fatto esclamare; wow! Solo wow, poiché sono poche le espressioni con cui si riesce a bruciapelo a definire questo thriller di Stina Jackson, che magistralmente descrive le emozioni e le angosce dei suoi personaggi.

Ghiaccio e argento di Stina Jackson

Titolo: Ghiaccio e argento.
Autore: Stina Jackson
Genere: Thriller
Casa editrice: Longanesi
Link d’acquisto: Amazon

 Trama:

Sono ormai tre estati che Lelle, insegnante di liceo e padre di un’adolescente, trascorre ogni notte alla guida della sua auto. Conosce ogni metro degli oltre cinquecento chilometri della Via dell’Argento – la strada che serpeggia tra gli alberi dell’antica foresta nel Nord della Svezia, al confine con la Norvegia. Lelle conosce ogni paesino isolato, ogni insediamento, ogni specchio d’acqua. Sono tre anni che sua figlia è scomparsa, da qualche parte tra il ghiaccio e l’argento, lungo quell’autostrada che d’estate, sotto il sole di mezzanotte, sembra un nastro d’asfalto sulla luna. Lelle ha soltanto l’estate per cercare sua figlia, perché in autunno inizia l’anno scolastico e deve interrompersi. Lelle non ha speranze, eppure la speranza è l’ultima cosa che gli resta.

Meja ha diciassette anni e viene dalla città, ma sua madre l’ha costretta a trasferirsi a Glimmersträsk: un puntino sconosciuto lungo la Via dell’Argento. Lontana da tutto ciò che amava, Meja è sola e disperata. Finché non incontra qualcuno che può darle più di quanto abbia mai avuto: una nuova famiglia. Con l’arrivo dell’autunno e la sparizione di un’altra ragazza, i destini di Lelle e Meja iniziano a intrecciarsi in modo indissolubile e sconvolgente.

Recensione:

È difficile pensare che quello di Stina Jackson sia il suo romanzo d’esordio, difficile poiché, Ghiaccio e argento, viene scritto dall’autrice in maniera magistrale. Sfogliando le pagine il lettore viene rapito e catapultato nella Svezia del Nord, che con le sue estati chiare e gli inverni bui fa da cornice alle storie tormentate dei protagonisti.

 Il romanzo è strutturato in due parti, in cui, inizialmente due e poi tre storyline si intrecciano per ricongiungersi alla fine in maniera geniale. Nella prima parte l’autrice racconta le storie di Lelle e Meja, due personaggi molto diversi, sia per età sia per esperienze vissute.

 “Aveva percorso la statale, che la gente del luogo chiamava familiarmente Via dell’argento, così tante volte da conoscerla come le proprie tasche. Sapeva dov’erano i curvoni e persino gli strappi nelle recinzioni che permettevano ad alci e renne di invadere il manto stradale. Sapeva dove si raccoglieva la pioggia, e dove la nebbia saliva dai laghi cambiando la fisionomia del mondo. La strada era un’eco di un’epoca passata, in cui era utilizzata per trasportare l’argento da Nasafjäll al golfo di Botnia. Ora si snodava come un fiume tra i monti e la costa, collegando Glimmersträsk alle altre località dell’entroterra, e per quanto lui ormai odiasse tutte le anse e le curve che attraversavano la fitta boscaglia, non l’avrebbe mai abbandonata. Era lì che lei era scomparsa, era stata quella strada a inghiottire sua figlia.”

Lelle Gustafsson è un insegnante di matematica quarantenne, vive a Glimmersträsk con sua moglie Annete e sua figlia Lina, fino a quando non vive uno dei dolori più grandi per la vita di un genitore; la perdita di sua figlia. Sembra che il bosco l’abbia inghiottita. Da quel momento la vita di Lelle cambia totalmente, sono tre anni che con tutto le sue forze cerca la figlia sulla Via dell’Argento.

È proprio con la ricerca di Lelle che si apre il romanzo. La Jackson descrive il protagonista come un uomo trasandato e distrutto, ossessionato dalla ricerca di sua figlia che lo porta a guidare su e giù per la Via dell’argento, è proprio attraverso il dolore e lo sfinimento di Lelle, che la via e la natura che lo circonda vengono descritte, di conseguenza anche una chiara notte estiva svedese perde la sua bellezza, la sua luce è solo uno strumento che permette a questo padre disperato di poter cercare sua figlia anche di notte senza mai fermarsi, mentre il perenne buio invernale diventa un inquietante ostacolo.

“Devi trovarmi. Sei l’unico che può riuscirci.”

In Ghiaccio e Argento la natura e l’ambiente circostante sono specchio dei sentimenti dei personaggi.

Lelle combatte l’inquietante grandezza delle foreste svedesi con l’incrollabile speranza che solo un genitore può avere, mentre l’altra protagonista, la giovane Meja, segnata da un infanzia e un’adolescenza sbandata, trova nella solitudine della foresta quella pace e accoglienza che cerca da tutta la vita. 

Si domandava come fosse possibile che una ragazza decidesse volontariamente di trasferirsi in un posto così isolato, se un amore adolescenziale fosse una ragione sufficiente. Svartsjö non aveva altro da offrire che una fitta foresta e uno stagno squallido

La genialità e bravura di Stina Jackson sta nel raccontare l’intreccio in modo serio, a tratti toccante, senza farlo mai diventare noioso.

Tuttavia, è nella seconda parte che il romanzo si accende maggiormente, diventando ipnotico, mentre nella prima parte l’autrice lascia più spazio all’introspezione e descrizione dei personaggi. Un accento deve essere posto anche sulla traduzione di Andrea Barardini, che ha saputo trovare le giuste collocazioni e combinazioni di parole riportando a pieno il messaggio che la scrittrice, Stina Jackson, vuole far arrivare al lettore, senza allontanarli dalla nostra sensibilità linguistica.

Che altro dire, Ghiaccio e argento è un romanzo da non perdere assolutamente, soprattutto se si è appassionati del genere vi consiglio vivamente di leggerlo.

Marianna Pontone.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *