Da oggi in libreria “Il problema è che mi piaci”, il nuovo romanzo di Paola Servente edito da Newton Compton.

Quello di Paola Servente è un romance ben congegnato, dove tutto è in forse fino all’ultimo. Un rosa che ti tiene appesa alle pagine e ti fa dubitare del tuo istinto.

Il problema è che mi piaci

Titolo: Il problema è che mi piaci
Autrice: Paola Servente
Genere: Romance
Casa editrice: Newton Compton Editori
Link per l’acquisto: Amazon

Trama

Le cose non sono mai state troppo semplici per Nora, un’insegnante di musica in una prestigiosa scuola privata, che cresce da sola suo figlio di cinque anni, Michelangelo.
Può contare solo su sé stessa, perché Filippo, il padre di suo figlio, vive a Santo Domingo, terrorizzato all’idea di diventare una persona adulta e responsabile. Nora però ha mantenuto con lui un legame forte, nella speranza che un giorno la loro famiglia possa riunirsi definitivamente. Ma quando la scuola rischia la chiusura, le preoccupazioni di Nora si moltiplicano. Possibile che la sfortuna abbia deciso di perseguitarla? Oppure il destino le sta dando una seconda opportunità? Nella sua vita piomba Alessandro, consulente aziendale e papà di una delle sue alunne, che si offre di studiare un piano di rilancio per salvare l’istituto e che la vuole nel suo team di lavoro. Il fatto che sia terribilmente affascinante di sicuro complica le cose… Se vuole davvero fare ordine una volta per tutte nella propria vita, Nora dovrà imparare a fidarsi del proprio cuore.

 

Recensione

“Sì che c’entri. Tu c’entri sempre con me ultimamente”.

“Il problema è che mi piaci” l’ho divorato in poche ore! E devo dire che si è trattato sempre, sempre, sempre di una piacevole compagnia. Mai uno scivolone che sia uno.
Nora ha ventinove anni ed era giovanissima quando, innamorata persa di Filippo, è diventata la mamma di Michi. Ora però Filippo non c’è e Nora lavora come insegnante di musica presso un istituto privato e mantiene vivo in suo figlio il dolce ricordo di un papà che è quasi mitologia, ormai. Non la spaventa essere una madre single, né ricorre a concetti come quelli del sacrificio per elevarsi a martire, Nora ama il suo cucciolo ed è grata di averlo con sé. Ma ecco che quando sembra procedere tutto su binari sicuri, il rientro in Italia di Filippo alle porte, una minaccia si profila all’orizzonte: forse la scuola dove la protagonista insegna sarà costretta a chiudere i battenti. E qui entra in gioco Alessandro, l’affascinante papà di una sua alunna.

“La gente da fuori vede quello che è facile vedere: un padre che abbandona una famiglia, una donna debole che pur di non perderlo lo perdona, una donna ancora innamorata che vive per quell’unica notte all’anno”.

Debole. Così chiunque nel suo entourage giudicherebbe Nora. Niente di più sbagliato. Paola Servente ci regala una protagonista reale, leale, coraggiosa e risoluta -beh, tranne nelle questioni di cuore- che non scredita l’ex solo per primeggiare nel cuore del figlioletto, che non teme le donne più belle o (apparentemente) più spigliate di lei e non sente l’esigenza di denigrarle per reputarsi migliore di loro, ma anzi, è loro amica. Finalmente.

“L’amore non esiste (esistiamo io e te)”.

Nora ha trovato il proprio equilibrio. Ha con sé Michi, la sua musica, Bea, ex cognata nonché migliore amica, e dei nonni per il suo bimbo che non le hanno mai fatto mancare il loro appoggio. Però proprio sul più bello la scuola dove insegna si dichiara in cattivissime acque e servirà l’aiuto di Mr Papà per salvarla. Riuscirà a salvare anche Nora dalle sue convinzioni sull’amore?

“Ora entrerò in sala professori e, qualsiasi cosa succederà, a casa avrò sempre la mia musica. E il mio piccolino ad aspettarmi. E Bea col suo segreto da raccontarmi. Ok, Nora, la vita comunque non finisce. Parcheggia Penelope e vai senza paura”.

Ciò che salta immediatamente all’occhio è che l’autrice ha deciso di narrare la storia avvalendosi di un unico POV. Scelta rara, di questi tempi, ma devo dire che non mi è dispiaciuta affatto. Alessandro il più delle volte rimarrà indecifrabile, misterioso, mi sono chiesta a un certo punto se fosse il caso che io e Nora ci fidassimo di lui. Lo ammetto, ero molto guardinga nei suoi confronti e un po’, pensandoci ora, mi viene da ridere. Credo fosse un effetto voluto da Paola Servente. Niente, davvero niente, sembra lasciato al caso.
Bella, anzi molto bella, la narrazione dedicata alla classe di Chiara (la figlia di Alessando, ndr.). Ho adorato addentrarmi nelle dinamiche dei ragazzi delle medie. Insomma, ormai lo sapete che sono un po’ nostalgica e che guardo alle nuove generazioni con tenerezza e speranza, e “Il problema è che mi piaci” è stato pane per i miei denti, come immaginerete. In linea generale, la professione di Nora riveste un ruolo importante all’interno del racconto. Il suo lavoro a scuola è ben delineato, serve a caratterizzare la protagonista, e riesce a mettere in luce anche i personaggi secondari (che rappresentano un piacevolissimo contorno, oppure mandano avanti la trama all’occorrenza).
La storia con l’affascinante Alessandro Monforte, un uomo con un passato doloroso ma non per questo necessariamente e forzatamente bad boy, tiene sulle spine in un crescendo di tensione erotica che Paola Servente costruisce in maniera magistrale. Nora non ha paura di rispondere alle provocazioni di Alessandro, lo provoca a sua volta, è una donna che prova desiderio e non si fa problemi ad ammetterlo, non è certo la (sedicente) puritana spesso cara alle autrici, ma c’è un ostacolo tra loro. “Il problema è che mi piaci” non è un romanzo per le romantiche che vogliono tutto e subito, vi avverto.
Al 76% c’è ancora moltissima carne al fuoco: la matassa, al posto di districarsi, si aggroviglia persino di più, complice la “storia dentro la storia” che ha Bea come personaggio principale. Ma tranquilli, l’autrice darà un degno finale a entrambe.

“«Garbarino, siamo tutti molto contenti per il professor Solari. L’amore trionfa, è una gran cosa».
«Ne riparliamo tra un paio d’anni, prof…».
È indiscutibilmente il numero uno.”


Alessia Garbo