Buon pomeriggio, Trattine. Oggi vi parlo di “Lettere a un’estranea”, di Mercedes Pinto Maldonado.
Titolo: Lettere a un’estranea
Autrice: Mercedes Pinto Maldonado
Genere: Contemporaneo
Editore: Amazon Crossing
Costo e-book: €3,99
Link per l’acquisto: Amazon
Trama
Cosa si nasconde fra quelle mura maledette?
In quella casa la sua vita era stata un inferno. Doña Alberta, sua madre, era una donna dispotica ed enigmatica che l’aveva resa insicura e infelice. Per questo motivo Berta era fuggita da Madrid per cominciare una nuova vita a Londra, all’inseguimento dei propri sogni. Ora che però la madre è morta e lei ha ottenuto i successi professionali che cercava, si sente abbastanza forte per rientrare nella casa in cui ha tanto sofferto, nel tentativo di affrontare il dolore passato e seppellirlo per sempre. Ma Berta non può immaginare cosa la aspetta: nascoste in soffitta troverà infatti delle misteriose lettere d’amore che la trascineranno in una vicenda che metterà a rischio la sua stessa vita e che sconvolgerà il suo cuore.
Recensione
“Cara, paziente e dolce sconosciuta, brindiamo a tutte le parole amare che hai raccolto dalle mie lettere”.
Madrid. Berta De Castro non versa neanche una lacrima alla notizia della morte di Doña Alberta, la sua tirannica e anaffettiva madre, è costretta però a tornare nella casa di famiglia per questioni relative all’eredità. Quindici anni prima, infatti, Berta era partita alla volta di Londra per sfuggire ai comportamenti prevaricatori della madre e della sorella Yolanda. Nella città natale, trova Teresa ad accoglierla, l’affettuosa governante che ha lavorato per Doña Alberta e ha fatto a Berta da madre. La casa della sua tormentata infanzia riserverà alla protagonista più di una sorpresa.
Chi è davvero Teresa? A chi sono destinate le lettere della soffitta? Chi è il mittente? E che cosa c’è dietro a questa disperata corrispondenza? Scavare nel passato potrebbe costare a Berta la vita, ma come può guardare al futuro, altrimenti?
La prima osservazione che mi sento di fare, Trattine, è che non so se l’autrice abbia infilato a forza nel rosa il giallo o se abbia fatto il contrario. Entrambe queste parti, quella romance e quella thriller, sono talmente campate in aria e male approfondite che non so decidere quale delle due sia il parassita dell’altra.
Intanto, va detto che l’impaginazione non mi convince troppo: i paragrafi sono separati da un ghirigoro anche quando il testo non lo necessita, poiché l’intero romanzo si rivela poi essere una lunga cronaca delle giornate di Berta, minuto per minuto. Sveglia, colazione, pranzo, cena, nanna, bastava una semplicissima suddivisione in capitoli.
Come ho già accennato, non sono riuscita a percepire il pericolo imminente che l’autrice avrebbe voluto trasmettere al lettore. Non ho avvertito la suspense che la trama lasciava presagire, non ho temuto per la vita della protagonista, l’unico vero rischio per Berta è addentrarsi nella propria mente. I suoi pensieri sono tanto contorti e ossessivi, il suo cuore talmente bisognoso d’affetto, che potrebbe perdercisi e smarrire la via della ragione.
Di contro, però, la lunga lettura delle lettere si scopre più emozionante di quanto mi aspettassi e risolleva il tono del racconto; un plauso va all’autrice, che è riuscita a inserire qualche personaggio secondario malgrado l’isolamento auto imposto di Berta per gran parte delle giornate a Madrid.
Il linea di massima, quella di Mercedes Pinto Maldonado è una narrazione che tarda a entrare nel vivo e che fa largo uso di divagazioni e concetti ripetuti all’infinito, almeno per quanto riguarda “Lettere a un’estranea”, che è l’unico romanzo scritto da lei che io abbia letto.
Peccato, perché la trama prometteva più che bene e con un po’ di astuzia ne sarebbe venuto fuori un libro migliore.
Alessia Garbo