“Ogni volta che sono solo con te” è il nuovo romance di Amabile Giusti edito Amazon Publishing.

Titolo: Ogni volta che sono solo con te
Autrice: Amabile Giusti
Genere: Romance
Prezzo formato Kindle: €3,99
Prezzo copertina flessibile: €9,99
Link per l’acquisto: Amazon 

Trama:

Harrison Duke, fascino selvaggio e pessimo carattere, è un ex scrittore di successo. Il burrascoso divorzio da una vanesia diva di Hollywood, il flop del suo ultimo romanzo e un pericoloso attaccamento alla bottiglia lo hanno spinto a rifugiarsi in una baita sperduta fra le montagne del Wyoming. Tormentato da un triste segreto e in cerca di una nuova dimensione, Harrison vive in solitudine, lavora duramente ed evita ogni contatto umano, specie femminile. Tornare a scrivere è fuori discussione ma un giorno il suo ex agente gli propone di concedere un’intervista a Leo Tucker, giovane giornalista di talento, e Harrison a malincuore accetta. Salvo pentirsene non appena realizza che Leo è diminutivo di Leonora.

Quello che avrebbe dovuto essere un breve incontro si prolunga inaspettatamente, e i due sono costretti a condividere per giorni la spartana baita, isolati dal mondo, con effetti disastrosi. Non è facile sopportarsi quando si è più che determinati a odiarsi. Ma cosa potrebbe succedere se la convivenza forzata si rivelasse più piacevole del previsto?

Recensione:

“Chi ti fa una carezza, non ti resta
impresso tanto quanto chi ti accoltella.”

Non credo di aver mai parlato della bontà di Amazon Publishing come casa editrice. Bei romanzi (perlopiù, perché io la banalità di Dancing queen non la dimentico mica) come Il leone di Roma, belle copertine, testi ben curati, prezzi abbordabilissimi. E poi c’è lei, Amabile Giusti, quella che io considero la regina del romance made in Italy, capace di scavarmi l’anima a colpi di parole.

“A volte è necessario fingere di non
provare quel che si prova. A volte un uomo
non ha alternative al comportarsi come se
fosse un cinico farabutto perché, se permette
al cuore di fotterlo ancora, è finita. Se questo
mi qualifica come feccia umana, fai pure.”

Harrison Duke è un ex scrittore di successo, ex marito, ex sex-symbol e, a vedere bene, anche un’ex persona. Per fare fronte al divorzio, al conseguente alcolismo, all’insuccesso dell’ultimo romanzo e all’implosione del suo mondo, si rifugia in Wyoming, in una baita sperduta. Ora è circondato solo dai suoi animali e dalla natura incontaminata, basta a se stesso e rifugge il contatto umano, specie quello femminile.

Per un assurdo sentimento di gratitudine che ancora prova nei confronti di Herb, il suo agente, Harrison concede un’intervista a Leo Tucker, una promessa del giornalismo. Tranne poi scoprire, ormai troppo tardi, che Leo altro non è che il diminutivo di Leonora, che non si tratta di uno sbarbato appena uscito dal college ma di una ragazza molto più che passabile, a maggior ragione per lui, che non sta con una donna da sei anni. Le condizioni metereologiche avverse li obbligano a una convivenza forzata che preannuncia già conseguenze epiche. Per esempio, Leonora potrebbe scoprire che l’eroe della sua adolescenza è in realtà un antieroe e Harrison potrebbe concedersi di abbassare le sue difese…

“Quando starò meglio tornerò a
impugnare le mie asce e le mie balestre,
e a circondarmi degli scudi e dei bastioni
che ho eretto con gli anni.”

Inizierò col dire che per scrivere questa recensione non ho preso uno straccio di appunto: ho preferito godermi la lettura come se non dovessi “lavorarci” su, dopo. Motivo per cui andrò a ruota libera. Dovrò anche ricordarmi della punteggiatura, o questa recensione diventerà un flusso di coscienza alla Joyce.  La mia adorazione per i romanzi di quest’autrice non è esprimibile a parole senza sembrare un’invasata, però il punto fondamentale, secondo me, è che lei ci mette qualcosa, tra quelle pagine, e io non so ancora bene cosa. Davvero: so soltanto che vorrei che la sua fosse una magia inesauribile. Molto più che talento, molto più che professionalità, magia.

Senz’altro la sua scrittura tocca dei temi forti, come bullismo, solitudine, violenza, abbandono, lutto, disamore con una precisione chirurgica. C’è qualcosa nei suoi romanzi che ti fa sentire vittima e carnefice, che ti scuce sentimenti di empatia sia nei confronti del buono che del “cattivo”. Che ti fa perdonare anche il sarcasmo più spietato e crudele. Ma sono poi veramente malevoli i villain di Amabile Giusti? Non hanno anche i cattivi di questa autrice delle debolezze che te li fanno amare? E non tocco l’argomento protagonisti, perché con loro il mio grado di immedesimazione accarezza ogni volta le stelle.

L’autrice rende possibile tutto ciò senza mai scadere nel melenso, quindi, per quanto le sue trame di base non siano innovative o particolarmente wow, di fatto la sua maniera di svilupparle è eccellente. Infatti, la consiglio sempre i suoi libri anche alle mie amiche diversamente romantiche che rifiutano di approcciarsi al romance.  Com’è già stato in Tentare di non amarti e in C’è qualcosa nei tuoi occhi, la narrazione spetta a entrambi i protagonisti, cosa che essendo pensata con tanta cura apprezzo molto. Tutti e due i punti di vista sono credibilissimi e molto di più: ti sembra che siano i tuoi migliori amici a parlarti col cuore in mano, a raccontarti le loro vicende con assoluta sincerità.

Il fattore “reclusione” dentro la baita potrebbe annoiare il lettore, a maggior ragione vista l’avversione (apparente) che Leonora e Harrison nutrono l’uno verso l’altra, tuttavia Amabile Giusti aggira agilmente l’ostacolo servendosi degli animaletti e di un personaggio secondario che ho adorato, Maya. In conclusione, come sempre e in questo preciso ordine: arrivo tardi (il romanzo è uscito il 6 Novembre e ha già ricevuto tantissime recensioni), temo di dire troppo e allo stesso tempo di non rendere giustizia ai libri che ho amato, non mi piace concludere le review con “Leggilo, e fatti un’idea tua”. Ma è quello che puntualmente faccio.

Se hai letto Ogni volta che sono solo con te fammelo sapere nei commenti. Ci tengo.


Alessia Garbo

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