“Una festa da sogno” è il nuovo romanzo, edito Newton Compton, che ho letto per voi.

Autrice del bestseller “Un diamante da Tiffany”, Karen Swan ci regala un libro perfetto per questo periodo, “Una festa da sogno” da leggere accoccolati sotto un pile con una tazza fumante in mano. L’atmosfera è proprio quella giusta.

Karen Swan

Titolo: Una festa da sogno
Autore: Karen Swan
Genere: Romance
Editore: Newton Compton
Link d’acquisto: Amazon

Trama

Il maestoso castello di Lorne, arroccato sulle scogliere nel sud dell’Irlanda, appartiene alla fa­miglia di Ottie, Pip e Willow da secoli. Nessuno avrebbe po­tuto aspettarsi che, alla morte di Sir Declan, nella spartizione dell’eredità il castello sarebbe stato destinato a Willow, la più piccola. Ottie e Pip sono senza parole: perché proprio a lei? Tre anni prima, infatti, per un motivo che nessuno conosce, Willow ha lasciato la città per trasferirsi a Dublino, giurando che non sarebbe mai più tor­nata. Come se non bastasse, Willow ha intenzione di ven­dere il castello, cosa che rat­trista Ottie e Pip. Per fortuna l’acquirente, Connor Shaye, ha intenzione di convincere le tre sorelle a dare una festa di addio. E, in una notte magica sulla scogliera, persino i segreti più misteriosi possono tornare alla luce. Ottie, Pip e Willow saranno in grado di lasciarsi il passato alle spalle?

Recensione

Io non so davvero che altro cercare in un romanzo natalizio! Tre sorelle diverse tra loro ma che si vogliono tanto bene? Ci sono. La neve? C’è. Il paesaggio? C’è. Un eroe? Ce ne sono nientemeno tre. Un antieroe? Ce l’abbiamo. C’è persino uno splendido castello e ci sono i cavalli. Vi dico che c’è tutto.

“Lorne era suo. Era un calice avvelenato, lo sapeva”.

Chi mi conosce sa quanto io adori il periodo natalizio e quanto io ami ricalcare il mese di dicembre (in realtà inizio a farlo già a fine ottobre, ma vi ricordo che non siete qui per giudicarmi) con visioni e letture a tema. E quindi vai coi film di Natale e vai coi libri e i racconti! Potevo davvero lasciarmi sfuggire “Una festa da sogno”? No.
Karen Swan
ci fa il dono di un’atmosfera veramente perfetta per le vacanze. Il suo romanzo non avrebbe potuto essere ambientato da nessun’altra parte (un villaggio fittizio al sud dell’isola di smeraldo) e leggendolo si percepisce quanto lei conosca bene l’Irlanda, il suo clima e i suoi paesaggi mozzafiato.

Tra l’altro pare proprio non essere così inusuale che lì ci siano stati cavalieri, o esistano ancora eredi di questi, e castelli. L’Irlanda ne è piena e proprio in uno di questi è collocata la storia. Antico, maestoso, suggestivo, ma ahimè assai più fatiscente di quanto la vedova sia disposta ad ammettere. Ed è proprio in seguito alla morte dell’ultimo amatissimo cavaliere di Lorne, passato a miglior vita senza lasciare eredi maschi, che l’intera vicenda si dipana.

“Davvero? Sei primogenita e figlia maggiore dell’ultimo cavaliere d’Irlanda. Te l’ho letto in faccia la prima volta in cui mi hai parlato di lui, e solo in virtù del fatto di essere nata femmina hai sentito di averlo già deluso”.

Nessuno può immaginare che, tra le quattro donne della sua vita, papà Lorne abbia potuto lasciare il castello proprio alla figlia più piccola, l’unica a essersi allontanata dalle terre e dalla famiglia senza apparente ragione ben tre anni fa, per trasferirsi in maniera definitiva a Dublino. Nessuna meritava il castello meno di lei, eppure per qualche motivo il padre pensava di sì. Forse in cuor suo credeva che lei avrebbe avuto il sangue freddo per disfarsene? Il castello, pur essendo la casa dei Lorne da settecento anni, versa in condizioni pessime e attualmente è un capitale a perdere.

Non approfondirò oltre la trama, proprio perché togliervi il piacere della lettura e della scoperta è la cosa che desidero meno, vi basti sapere che è orchestrata benissimo. Ogni dettaglio, anche il più infinitesimale, si colloca alla perfezione nel quadro generale e in tal senso i particolari sembrano briciole di pane lasciate da Karen Swan al lettore. La narrazione si sposta in orizzontale attraverso un unico arco temporale, il presente, ma si serve di ben tre punti di vista: quelli di Willow, Pip, e Ottie. Diciamo che creare pure dei flashback sarebbe stato un tantino too much.

I risvolti sentimentali ci sono, ma l’esposizione si mantiene razionale. Tutto dolcissimo, graduale, giusto, sebbene razionale. Un approccio che ho apprezzato tantissimo: non innamorati persi già a pagina cinque, ecco. Una penna molto raffinata e accurata, quella della Swan. Leggerò sicuramente altri suoi romanzi.

La mia valutazione per “Una festa da sogno” rimane dunque positiva. Perché per quanto le descrizioni abbiano appesantito e rallentato la mia lettura, ciò non è necessariamente un male quando si sta leggendo per mera evasione e non si è troppo impazienti (come sono io) di raggiungere il punto cruciale.

Alessia Garbo

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