“La protezione migliore che una donna possa avere è il coraggio”, Elizabeth Cady Stanton.

Ci siamo, è l’8 Marzo. La Giornata internazionale della donna è una delle ricorrenze più discusse in assoluto. E noi siamo donne, si dibatte su di noi praticamente dalla notte dei tempi. Che noi siamo casalinghe, o donne in carriera, alte o basse, più o meno avvenenti, più o meno appariscenti, più o meno colte, più o meno sessualmente appetibili, con o senza figli, dolci e dimesse oppure fiere, caste e monogame o libere… Si parlerà sempre di noi, ci sarà sempre qualcuno che ci dirà come dovremmo essere, che cosa dovremmo fare, ci sarà sempre un insulto pronto per noi, o qualcuno che negherà i nostri diritti. Perché siamo donne, ed essere donne è, ancora nel 2019, difficile.

L’8 Marzo non esula da questa pessima abitudine: esistono detrattori e, fortunatamente, anche i sostenitori.

C’è chi intende riportarci a forza alle origini di questa “festa”, che ahinoi è nata da una tragedia, e dice che non c’è niente da festeggiare. Ci sono i moderati, quelli che ritengono che ogni giorno dovrebbe essere la festa della donna. Bellissimo, se non fosse che ogni giorno le donne muoiono per aborti non praticati da qualche obiettore di coscienza, o per mano del partner. Bellissimo, se le bambine non venissero infibulate e date in sposa a uomini adulti. Bellissimo, se un’impiegata donna ricevesse lo stesso stipendio del collega uomo e non rischiasse il licenziamento qualora rimanesse incinta.

Esistono gli estremisti, quelle persone che fanno distinzione tra donna o femmina e Donna (notare il gioco di minuscole e maiuscole), che attribuiscono alla prima determinate “qualità” dispregiative e lodano le appartenenti alla seconda categoria, in quanto pure, forti, madri, angeli del focolare in grado di fare sacrifici e potrei continuare all’infinito. Perché ci sarà sempre un modo giusto e uno sbagliato di essere donna, ci sarà sempre -secondo i benpensanti là fuori- qualcuna che ha il diritto di festeggiare senza per altro volerlo fare, in quanto Donna virtuosa, colei che appartiene al gruppo “buono”. Dante, sei tu?

Ci sono donne che non rinunciano a festeggiare la sera dell’8 Marzo.

Che sia con una cena con le amiche oppure urlando apprezzamenti pesanti di fronte ad aitanti giovani in perizoma. Una cosa è certa: gli uomini non addetti ai lavori, che non fanno i camerieri, i barman o gli spogliarellisti, se ne rimangono terrorizzati a casa nemmeno fosse La Notte del Giudizio. Un panico secondo solo a quello che provano i Duplo che tengo in dispensa, dopo che al primo appuntamento mi sono finta a dieta e apro l’armadietto una volta a casa. Per dire.

Io sono la persona meno adatta per parlare dell’8 Marzo, dunque ho sentito le mie amiche, in questi giorni. Ascolto sempre che cosa hanno da dire le donne della mia vita. Tra queste c’è chi esce per una pizza con le altre ragazze, lasciando i bambini al papà (ALLERTA SPOILER: potreste ricevere una telefonata dal testo “Ha fatto la cacca”). Per loro è una buona scusa per vedere le amiche… Parliamone, una volta raggiunta l’età adulta, quanto è difficile organizzarsi? La festa della donna potrebbe essere La Serata Designata.

Alcune gradiscono le mimose. Ma quanto puzza quel ramoscello giallo? Ora che ci penso, però, l’ultima volta che un uomo mi ha detto che sono bella è stata quando stava cercando di vendermene uno al semaforo. Se non ricordo male, mi sono agitata moltissimo, ero indignata peggio di Queen Elisabeth quando Harry le ha portato a casa un’attrice americana separata. (Abbiamo trasmesso: scene a cui vorrei assistere.)

Altre, invece, reputano l’8 Marzo una ricorrenza commerciale e si rifiutano di mettere il naso fuori.

Quello che dico io, amiche, è: fate quello che volete, siate il tipo di donna che volete essere, non giudicate le vostre sorelle, non additatele e vivrete più serene. Lottate per la parità, passate una buona festa della donna, passate un 2019 ricco di consapevolezza, coraggio e rispetto. Il resto arriverà pian piano. Lo aspetteremo insieme.

Come passate l’8 Marzo? Scrivetemelo nei commenti.

Alessia Garbo

5 Comments on “8 Marzo: ricorrenza da discutere o da festeggiare?”

  1. Concordo, qualunque tipo di donna noi siamo, facciamoci valere senza giudicare o additare nessuna. Articolo onesto, duro a tratti, più leggero in altri…hai spiegato benissimo i molteplici significati che tutte noi diamo a questa giornata. Complimenti Alessia Garbo.

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