Questa volta si vola in Spagna! Arriveremo all’aeroporto di Malaga e poi, noleggiando un auto, via verso Granada!!!
Percorreremo il tipico paesaggio andaluso, verso est, per arrivare ai piedi della Sierra Nevada. Sapevate che alcuni di questi posti, così simili al selvaggio west, sono stati scelti per girare scene di famosi “spaghetti western” negli anni ‘70? Stiamo per arrivare; eccola lì Granada, ultimo baluardo moresco. Quanta storia in questa città e quante culture l’hanno attraversata. Ritmi arabi e flamenco si sono intrecciati creando una magica sinfonia. Avete scarpe comode? Perché qui cammineremo parecchio, su e giù per la città. Ma a cosa deve il suo nome “Granada”? Dalla melagrana, frutto simbolo di ricchezza per gli ebrei, passione per i cristiani e paradiso per i musulmani, insomma, un buon augurio a tutto tondo!
Sotto l’impero dei Mori fino al 1492, Granada ancora oggi rivela, nelle costruzioni, il passaggio di questo popolo. Lo troviamo nei decori, nel cibo, nei profumi. Allora è proprio dalla dominazione araba che dobbiamo partire. Vi porto ad immergervi nel paradiso del sultano Boabdil e nel suo palazzo da mille e una notte: il palazzo dell’Alhambra. Dalle finestre si domina Granada e le montagne della sierra Nevada, i fiori e le costruzioni dei giardini del Generalife. Il palazzo reale è un salto in quell’incanto che l’architettura araba regala sempre: arcate e finestre che sembrano tessute nella filigrana, tutto è luce e passeggiando per quegli ambienti da favola non si può fare a meno di stare con il naso in su! Ogni soffitto, ogni muro, ogni colonna, ogni pavimento, raccontano storie lontane in un tripudio di arabeschi.
Ogni appartamento del palazzo è di una bellezza mozzafiato. Ai suoi piedi: i giardini del Generalife, un tripudio di fontane, piante di ogni tipo, piccole architetture immerse nel verde. A costeggiare le scale che scendono lungo i giardini, corrimano concavi accolgono rivoli d’acqua che, attraversandoli, creano un canto rinfrescante per il corpo e per lo spirito. Sarà impossibile non immergervi una mano accaldata.
Esiste un luogo, fuori Granada, chiamato “sospiro del moro”, la leggenda vuole che lì si sia fermato il sultano per un ultimo sguardo alla sua città, dopo la cacciata dei mori da parte dei cattolici sovrani Isabella e Ferdinando.
“Piangi come una donna perché non hai
saputo difendere il tuo regno come un uomo”
Pare gli disse la madre, rivoltando il coltello nella piaga, oserei dire. Ma lo spirito moresco non ha mai lasciato Granada. Voglio portarvi nel quartiere arabo per eccellenza, dove lo spirito di Boabdil continua a ricordare alla città le sue origini. Vi avevo detto di portare scarpe comode no? Beh, spero le abbiate ai piedi perché il quartiere arabo di Albacìn metterà a dura prova le vostre gambe: qui si sale e si scende signori!
Tra viottoli costeggiati di case bianche decorate con le tipiche maioliche azzurre e vasi di fiori, piccoli locali e botteghe, profumi di spezie e colori andalusi, sale da tè. Guardate dietro quel piccolo cancello: protetto dalle mura decorate di vasi è nascosta una corte interna, rinfrescata da una fontana zampillante. E’ solo uno dei caratteristici cortili dal sapore arabo che non mancano nelle città andaluse.
E se gli arabi hanno regalato alla città questo aroma speziato, che viaggio in Spagna sarebbe senza le note del flamenco e la sua anima gitana?
Che ne dite di passare la serata nel quartiere gitano di Sacromonte? Il flamenco è nato qui. Allora sediamoci per goderci uno spettacolo gustando un piatto tipico fatto di jamòn serrano, il tipico prosciutto montano, spesso e salato, forte come il carattere di questa terra. Avete detto di avere scarpe comode e spirito leggero no? che si aprano le danze allora! Stare fermi sarà impossibile.
Buona notte gitana sognatori!
Barbara Giuliano.