L’8 marzo si festeggia perché? Bella domanda.

Il 16 dicembre 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite propose a ogni paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all’anno “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale”. Ecco perché si festeggia proprio l’8 marzo.

Nell’era del 2.0, in realtà, si festeggia per ricordare a noi donne di avere tutto per noi un giorno da trascorrere con le amiche all’insegna del divertimento. E, diciamolo pure, per talune è sinonimo di sfrenatezza e dissolutezza, perdendo il senso di ogni misura.
Non è per questo che la giornata delle donne andrebbe celebrata, non può ridursi ad un esercito del selfie di gruppi di scalmanate che ancheggiano e sproloquiano per dimostrare che il girl power è attivo!

La festa delle donne dovrebbe onorare tutte quelle donne che hanno combattuto per i loro diritti. Per ricordare al mondo tutte le conquiste sociali, economiche, politiche ottenute e quelle ancora da espugnare. Per non dimenticare le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutto il pianeta Terra.
Questa data è per riflettere sui traguardi raggiunti e per incanalare, con forza ed entusiasmo, il potere femminile in nuovi e profondi obiettivi.

Una giornata per ricordare al mondo le donne che hanno fatto la storia col loro spirito combattivo, il loro carisma eccezionale:

  • Giovanna d’Arco: la Pulzella d’Orléans, l’eroina francese per eccellenza che ha guidato vittoriosamente le armate francesi contro quelle inglesi, durante la guerra dei 100 anni. E riuscì così a riunire al proprio Paese parte del territorio caduto in mano agli inglesi.
  • Elisabetta I d’Inghilterra: la regina che col suo carisma e la sua diplomazia ha fatto diventare la sua nazione una potenza mondiale.
  • Anna Frank: la giovanissima ebrea che grazie ai suoi diari ha testimoniato all’universo le nefandezze della seconda guerra mondiale e del nazismo. Un personaggio di grande valore storico e culturale.
  • Rosa Parks: testimone e attivista della lotta per la discriminazione razziale, una delle figure del movimento per i diritti civili. Famoso il suo atto di coraggio: nel 1955 si rifiutò di cedere il posto su un autobus ad un bianco. Da quel giorno iniziarono i boicottaggi degli autobus a Montgomery. Tutto il resto è storia.
  • Evita Peron: politica, attrice, sindacalista e filantropa argentina. La sua carica emotiva e il suo ruolo di spicco all’interno dei sindacati ha fatto sì che per anni perorasse la causa dei diritti dei lavoratori e dei più poveri.
  • Coco Chanel: icona di stile e femminilità, Coco ha portato nel mondo, con le sue creazioni modaiole, il concetto di eleganza e glam. È lei la madre della storia della moda. 
  • Madre Teresa di Calcutta: l’esempio per eccellenza dell’altruismo allo stato puro. Colei che ha dedicato la sua vita ai poveri e ai bisognosi. Fra i numerosi riconoscimenti per il suo operato caritatevole, il premio Nobel per la pace nel 1979.
  • Marie Curie: prima donna ad insegnare alla Sorbona di Parigi. È stata premio Nobel per la fisica grazie ai suoi studi sulle radiazioni. Premio Nobel per la chimica poi nel 1811 per la scoperta del radio e del polonio.
  • Rita Levi Montalcini: Senatrice a vita, neurologa e Premio Nobel per la medicina nel 1986, la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze. Una delle scienziate di maggior pregio nel mondo.

Così giusto per citarne ancora alcune.

Non dimenticatevi però di Lady Diana la principessa triste che ha combattuto per cause umanitarie rilevanti come le mine antiuomo. Jackeline Kennedy, la first lady che ha cambiato l’etichetta della Casa Bianca.  Patty Smith, la cantante rock che ha influenzato generazioni con i suoi brani manifesto. Amelia Earhart la prima donna pilota ad attraversare l’Atlantico in solitaria. Margherita Hack, l’astrofisica che ha rivoluzionato l’astronomia moderna. Valentina Tereskova, la prima donna a viaggiare nello spazio. Malala Yousafzai, la ragazzina di 11 che si è aggiudicata il premio Nobel per la pace perché nel suo blog ha documentato i soprusi del regime dei talebani pakistani. E che dire di Samantha Cristoforetti e dei suoi 199 giorni nello spazio? E di Sheryl Sandberg la direttrice operativa di Facebook, top manager del social media più popolato al mondo, ma anche attivista e autrice affermata? E di Chiara Ferragni l’influencer più famosa al mondo?

La lista nominale sarebbe ancora lunga ma mi fermo qui.

Tuttavia voglio sottolineare che anche se non hanno dei nomi altisonanti o non hanno fatto scoperte scientifiche o non sono le founder di un social network, le donne multitasking che fanno da madre, padre, amante, consigliera, lavoratrice instancabile, amica sincera, paladina di giustizia, spalla su cui piangere, e non si perdono solo in inutili pettegolezzi ed invidie piccolo-borghese, queste donne vanno celebrate. Queste sono le donne che vanno festeggiate l’8 marzo.

Non fraintendetemi donne! L’8 marzo non deve essere unicamente una giornata commemorativa per inneggiare donne mirabili e potenti o multitasking, non deve essere un residuo fisso di manifestazioni femministe e populiste. La giornata godereccia e mangereccia con le amiche ci sta tutta, purché non diventi un pretesto di esibizionismo sfrenato. Divertitevi tenendo a braccetto la vostra dignità.

Buona festa della donna a tutte!

xoxo Marylla

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