Un libro che ti emoziona, che ti entra dentro e tocca le corde più nascoste dei tuoi sentimenti.

Titolo: Figlie del mare
Autore: Mary Lynn Bracht
Casa editrice: Longanesi
Data pubblicazione: 26 aprile 2018
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Trama:

Corea, 1943. Per la sedicenne Hana sapere immergersi nelle acque del mare è un dono, un antico rito che si trasmette di madre in figlia. Nel buio profondo delle acque, è solo il battito del cuore che pulsa nelle orecchie a guidarla sino al fondale, in cerca di conchiglie e molluschi che Hana andrà a vendere al mercato insieme alle altre donne del villaggio. Donne fiere e indipendenti, dedite per tutta la vita a un’attività preclusa agli uomini. Nata e cresciuta sotto il dominio giapponese, Hana ha un’amatissima sorella minore, Emi, con cui presto condividerà il lavoro in mare. Ma i suoi sogni si infrangono il giorno in cui, per salvare la sorella da un destino atroce, Hana viene catturata dai soldati giapponesi e deportata in Manciuria, dove verrà imprigionata in una casa chiusa gestita dall’esercito. Ma una figlia del mare non si arrende, e anche se tutto sembra volerla ferire a morte, Hana sogna di tornare libera.

Corea del Sud, 2011. Arrivata intorno agli ottant’anni, Emi non ha ancora trovato pace: il sacrificio della sorella è un peso sul cuore che l’ha accompagnata tutta la vita. I suoi figli vivono un’esistenza serena e, dopo tante sofferenze, il suo Paese è in pace. Ma lei non vuole e non può dimenticare… In Figlie del mare rivive un episodio che la Storia ha rimosso: una pagina terribile che si è consumata sulla pelle di intere generazioni di giovani donne coreane. E insieme vive la storia di due sorelle, il cui amore resiste e lotta nonostante gli orrori della guerra, la violenza degli uomini, il silenzio di oltre mezzo secolo finalmente rotto dal coraggio femminile.

Recensione:

“Figlie del mare” è un libro che vuole denunciare e portare alla luce il dramma delle donne di conforto. Ti fa toccare con mano il dolore di una ragazzina strappata dagli affetti familiari e gettata in pasto ai leoni. Hana è una ragazza di appena sedici anni che ha dato prova di grande coraggio dando tutta sé stessa per difendere la sorellina Emi. 

“ Sembrava passata un’eternità, e lei si
sentiva più vicina alla tomba che ai ricordi familiari.
Il viso della madre mentre nuota verso di lei.
L’acqua salata sulle labbra. Frammenti di ricordi
di un luogo più felice.”

Ci troviamo nel 1943, quando la Corea era sotto il dominio giapponese. Quando nessuno era libero e vivevano nella paura. La guerra non porta nulla di buono con sé, e questo lo sanno tutti; eppure l’uomo sembra non poterne fare a meno, sembra non riuscire a trarre dai propri errori degli insegnamenti e farne tesoro. Piuttosto continua a ripeterli ancora e ancora, come un vero e proprio ciclo. E chi paga il prezzo degli errori fatte dalle “sfere più alte”?  La popolazione.

“Figlie del mare” ci mostra alcune sfaccettature degli orrori e dei crimini di guerra, molti dei quali ricadono sulle donne. Stupri, violenze gratuite, soprusi, ecco cosa devono sopportare le donne. E’ un libro che ti emoziona, che ti tiene incollato alle pagine per scoprire cosa accadrà ad Hana. Ti fa star male con lei, ti sorge spontaneo domandarti come sia possibile che possano accadere orrori simili; ma soprattutto ti domandi come sia possibile cercare di nascondere tali crudeltà. La storia di Hana è commuovente, è tragica, ma non è da meno quella di Emi. 

Emi è la sorellina minore, quella per la quale Hana si è sacrificata. La sua vita non è stata un granché, ella ha perso poco a poco dinanzi i propri occhi gli affetti più cari.

“A volte si era sentita come se fosse venuta
al mondo soltanto per soffrire. Al giorno d’oggi le
persone sembravano contente di perseguire la felicità.
La sua generazione non aveva mai capito che la
felicità era un diritto fondamentale degli esseri umani,
e solo adesso cominciava a sembrare una possibilità.”

Una vita di privazione, di dolore, di paura. Ma soprattutto caratterizzata da un senso di colpa e di vergogna nei confronti di quella sorella che si è sacrificata per lei.  Perché quella sorte non doveva toccare ad Hana, ma ad Emi. E non riuscirà a perdonarselo.  Per anni Emi non parla della sorella perduta, benché continui a cercarla. “Figlie del mare” è infatti suddiviso in due punti di vista: 1943, Hana; 2011, Emi.

Benchè siano passati tanti, troppi, anni Emi non smetterà di cercare la sua amata sorella e lo farà fino alla fine perché non può e non vuole darsi pace.E’ un personaggio che mi ha colpita molto, una donna forte la quale nonostante la sofferenza è riuscita ad andare avanti e a non darsi per vinta. In realtà entrambe le figure femminili ho apprezzato, sono riuscite a darmi emozioni e ad entrarmi nel cuore con una facilità quasi disarmante. Che dire, ho amato questo libro, dalla prima all’ultima pagina. E quando l’ho finito avrei voluto ricominciare subito a rileggerlo. E’ raro che un libro riesca ad emozionarmi tanto, una lacrima mi ha rigato il viso leggendo certuni particolari.

Lo consiglio vivamente a tutti, uomini e donne.  La sintassi è semplice, ma questo non fa de “figlie del mare” un libro di basso livello. Al contrario, facilita la lettura e ti permette di accontentare la voglia che ti pervade di leggerlo tutto d’un fiato.

“ Il pensiero di una nuova vita
la faceva sentire leggera.”

Valentina De Simone.

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