“Per sempre insieme a me” è l’ultimo romance di Lauren Rowe, in uscita il 24 Gennaio.
Titolo: Per sempre insieme a me
Autrice: Lauren Rowe
Casa editrice: Newton Compton Editori
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Trama:
La prima volta che ho posato gli occhi su Lydia Decker, non sono riuscito a parlare. Nemmeno a respirare, però, o a mettere insieme due pensieri coerenti. Non mi riferisco allo stereotipo del ragazzo folgorato dalla bellezza di una donna. Lydia è bellissima, certo, ma non è questo il punto. Ero immobilizzato, strafatto di antidolorifici e avevo l’umore sbriciolato quasi quanto le ossa. Avevo toccato davvero il fondo. Lydia era la mia terapista, e si occupava della mia riabilitazione. È stata il raggio di sole nel momento più buio. L’unica speranza per la mia anima andata in frantumi.
E si è dedicata a me con devozione e cura, dopo aver deciso che la sua missione fosse quella di rimettermi in piedi. Era convinta di essere destinata a salvarmi e io ci ho creduto. Mi sono lasciato guarire da lei nel fisico, nello spirito… e nel cuore. E mi sono innamorato perdutamente. Quello che non sapevo e non potevo nemmeno immaginare è che Lydia Decker aveva molto più bisogno di qualcuno che la salvasse di quanto ne avessi io.
Recensione:
“Amare è rischiare.”
Quando ho letto la sinossi di “Per sempre insieme a me” mi sono commossa, lo ammetto. La trovo struggente, parla di amore, bisogno e guarigione e mi ha rapita fino a convincermi di leggerlo.
Non ha nemmeno trent’anni, è incinta e madre di due bambini quando Lidya perde il suo Darren e gli promette che non amerà mai più nessun altro. Tre anni dopo, un affascinante vigile del fuoco, Colby, resta gravemente ferito e toccherà a Lidya occuparsi di lui, guarirlo, cercando di guarire se stessa. L’autrice, Lauren Rowe, in “Per sempre insieme a me” ha toccato temi come il razzismo, il bullismo e l’orgasmo femminile e io l’ho molto apprezzato. Sono argomenti di cui non si parlerà mai abbastanza.
“Gli ricordo di quella volta in cui quel pezzo di merda dello zio l’aveva preso da parte, il giorno del Ringraziamento, e gli aveva detto che avrebbe fatto meglio a riconsiderare l’idea di ‘fare sul serio con una ragazza nera, anche una mulatta come Lydia, perché, anche se è un amore e personalmente mi piace molto, davvero, un ragazzo bianco che puccia il biscotto in una nera avrà molti più problemi che soddisfazioni, non importa quanto ce l’abbia profumata’.”
Più avanti, il bullismo verrà affrontato sì, un po’ all’acqua di rose perché stiamo leggendo un romance, non certo un saggio sull’educazione, ma perlomeno l’autrice sostiene come questo sia una piaga che affligge la società e che l’oppresso spesso finisce per diventare l’oppressore. Come dicevo sopra, la Rowe affronta anche l’argomento orgasmo femminile, piacere e masturbazione, forse sdoganandolo. Questo, almeno, è quello che mi auguro riesca a fare.
“Per sempre insieme a me” si concentra, com’è normale, sui protagonisti Colby e Lidya, ma anche sugli altri personaggi. I comprimari sono molti (la famiglia di lui è numerosa) e ognuno di questi ha un ruolo e intesse o vorrebbe intessere una relazione. Per questo motivo penso che il romanzo che ho letto si collochi all’interno di una saga.
“Com’è potuto succedere? Quando stamattina
mi sono svegliato accanto a Candice, nel mio
letto, e ho guardato il sole sorgere fuori dalla
finestra, non sapevo di stare osservando la
mia ultima alba.”
La prima metà di questo romanzo, devo dire, è stata appassionante, giravo una pagina dietro l’altra perché desideravo capire come Colby e Lidya avrebbero affrontato le loro tantissime difficoltà e in particolar modo come avrebbero fronteggiato la loro fortissima attrazione e le regole che la professione di lei imponeva. Dal 50% in poi la narrazione si fa un po’ lenta, ma questo è funzionale perché il lettore si goda le scene piccanti tra i due protagonisti e le gag dei fratelli Morgan. Tutti, da Colby ai suoi genitori ai suoi fratelli più giovani di lui e i loro amici, non hanno problemi ad accettare i tre figli di Lidya ma anzi ci sanno fare con loro, adorano quei bambini, si occupano di buon grado delle loro incombenze e sono affettuosissimi. Dei maestri d’asilo mancati, in pratica. I Morgan potrebbero davvero considerare di aprire un nido.
Le scenette dei cinque fratelli Morgan sono assai simpatiche, è vero però che rischiano di annoiare il lettore quelle pagine piene di battutine, frecciatine, nomignoli sparati a raffica ma il pericolo è scongiurato quando si ama questo tipo di ironia e chi ha fratelli e sorelle non può che apprezzare. La famiglia Morgan è affiatatissima e, anche se coloro che la compongono sono diversi, non potrebbero essere più uniti ed empatici. Spesso sembra di leggere una tenerissima “posta del cuore”.
Alessia Garbo.