A 2000 metri di altezza, il Sestriere è una tappa iconica nella Coppa del Mondo di sci femminile.

Del resto, questa località montana offre un ambiente perfetto per le gare alpine: le piste impegnative non mancano e gli impianti di innevamento sono all’avanguardia. Oltre a essere la tappa della Coppa del Mondo di Sci, il Sestriere è una delle stazioni del comprensorio Vialattea, che raccoglie sotto il proprio cappello alcune delle località sciistiche del Piemonte più apprezzate è ha ospitato le Olimpiadi nel 2006.

Tornando alla Coppa del Mondo di Sci, ogni anno, le migliori sciatrici da tutto il mondo convergono qui per sfidarsi in una serie di discipline, che vanno dal supergigante al gigante, dallo slalom al supercombinato. In queste occasioni sono state scritte pagine di storie indelebili: ne citeremo tre, quelle di Giustina Demetz, Debora Compagnoni e Marta Bassino.

La storica vittoria di Giustina Demetz

Una su tutte, Giustina Demetz, la prima italiana a vincere una gara in Coppa del Mondo, proprio in Piemonte, il 3 marzo 1967. Nata nel 1941, è originaria del Trentino Alto-Adige, una regione nota per aver forgiato alcuni dei migliori sciatori del mondo. Sebbene quel primo posto non le abbia permesso di classificarsi in testa alla classifica a fine stagione, la sua gara al Sestriere non è stata solo una testimonianza del suo eccezionale talento tecnico, ma anche della sua resilienza e della sua capacità di eccellere sotto pressione. Questo trionfo non solo ha consolidato la sua reputazione come una delle sciatrici più promettenti del suo tempo, ma ha anche ispirato una generazione di atlete italiane a perseguire i loro sogni nello sci alpino.

Il trionfo di Debora Compagnoni

Altro grande talento dello sci è stata Debora Compagnoni, che è balzata all’onore delle cronache per essere stata la prima sciatrice professionista a vincere una medaglia d’oro in tre differenti edizioni dei Giochi olimpici invernali: il trionfo nello Slalom Gigante e nello Speciale al Sestriere del 1997 (una storica doppietta) è stato preceduto dalla vittoria del Gigante di Sierra Nevada nel 1996. Tra l’altro Debora Compagnoni è stata la prima italiana a vincere sulla Pista Kandahar.

La Pista Kandahar

Rinomata per la storia, le sfide tecniche e la bellezza paesaggistica, la Pista Kandahar è stata testimone di alcune delle gare più emozionanti e memorabili nella storia dello sci. Con un dislivello notevole e una combinazione di curve strette e salti, rappresenta da sempre un vero banco di prova per gli sciatori di livello mondiale, che qui si sfidano in una delle tappe della Coppa del Mondo di sci. Anche per queste sue peculiarità, la pista ha ospitato numerosi eventi di rilievo, tra cui gare della Coppa del Mondo e competizioni internazionali. Eventi a cui hanno preso parte alcuni dei più grandi nomi dello sci alpino, talenti che hanno lasciato il loro segno con performance memorabili. E che hanno contribuito a rendere la pista un punto di riferimento nel circuito dello sci alpino, mantenendo il suo fascino e la sua rilevanza nel corso degli anni.

La Pista Kandahar di Sestriere è più di una semplice pista da sci; è un simbolo di eccellenza sportiva, di sfide tecniche e di bellezza naturale. Ogni volta che gli sciatori si lanciano lungo il suo percorso, non stanno solo gareggiando per la vittoria, ma stanno anche partecipando a un pezzo di storia dello sci alpino.

Il successo di Marta Bassino

Altra storia di successo è quella di Marta Bassino, che sulle nevi di casa del Sestriere ha vinto il Gigante nel 2022. Nata il 27 febbraio 1996 a Cuneo, in Piemonte, al di là dei suoi successi, Marta ha dimostrato fin da giovane un talento straordinario sulle piste da sci. La sua carriera ha inizio nel 2012, quando debutta in Coppa Europa, e da quel momento continua a migliorare costantemente. Marta ha ottenuto numerosi successi nella Coppa del Mondo, con vittorie e piazzamenti di rilievo nelle discipline di slalom gigante e parallelo. La sua tecnica di sci è impressionante, con una grande abilità nel gestire terreni impegnativi e condizioni meteorologiche avverse.