Le tradizioni del Natale islandese mi hanno forse preso un pochino la mano, ma della Jólabókaflóð, quella di regalare libri a Natale proprio non potevo non scrivere!
Come tutte le tradizioni, la Jólabókaflóð va intesa come tale: non tutti gli islandesi regalano libri per Natale, non tutti gli islandesi passano la notte di Natale a leggere il libro che gli è stato offerto in dono. Molti islandesi però seguono ancora oggi questa tradizione che non ha origini lontane, in Islanda è tutto abbastanza recente. Si tratta infatti di un paese giovane, non solo per l’età media della popolazione, sebbene si abbiano tracce dei primi conquistatori provenienti dall’Islanda prima dell’anno 1000; l’indipendenza dalla Danimarca, ultimo dominio, si è avuta solo nel 1944 e il Paese ha da lì potuto costruire una propria identità totalmente libera.
Cos’è la Jólabókaflóð e quando nasce:
Jólabókaflóð è una parola composta da Jól (che in islandese significa Natale), bók (libro), flóð (alluvione). Dunque, letteralmente, Jólabókaflóð (pronunciatelo: iulabucaflud. Le o accentate in lingua islandese si pronunciano come la nostra u) è un alluvione di libri a Natale. In Islanda, infatti, si tende a pubblicare più libri nei mesi di Ottobre e Novembre. Tuttavia, non è da questo che ha avuto inizio la tradizione. Anzi, questa è forse una conseguenza.
La tradizione di regalare i libri per Natale, prese piede proprio nel 1944, quando poi l’Islanda ottenne l’indipendenza dalla Danimarca, durante il Secondo Conflitto Mondiale. In tempo di guerra, sottomissione, paura e povertà erano poche le cose non razionate, la carta era una di queste.
Tra gli islandesi quindi nacque una forte passione per i libri: era facile reperirli in un momento in cui scarseggiava quasi tutto. Passione che è mutata nella tradizione che conosciamo oggi, che negli ultimi anni sta facendo notizia un po’ ovunque, la Jólabókaflóð: ovvero donare ai propri cari, amici e parenti, (e anche sulla rete “familiare” islandese bisognerebbe scrivere un articolo!), per Natale. Se c’è una cosa che ho imparato su questo popolo, è che gli islandesi sanno sempre ricavare del buono anche dalle situazioni più drammatiche come può esserlo la Guerra Mondiale.
La fiera del libro di Reykjavík:
Gli islandesi sono “lettori forti”, in media la metà della popolazione legge 8 libri all’anno, (sarebbe un sogno se anche l’Italia arrivasse a questo livello! Certamente il dato va inteso per densità della popolazione, l’Islanda è il terzo paese nella classica degli più istruiti al Mondo), dunque potevano gli islandesi non avere una fiera del libro?
Ogni anno, nel mese di novembre a Reykjavík si tiene la fiera dedicata al libro. In questa occasione, la Iceland Publishers Association realizza e spedisce alla popolazione il bókatíðindi (letteralmente: bollettino del libro), che viene stampato tutti gli anni da quel famoso 1944, e dal quale ancora oggi molti islandesi scelgono e ordinano i libri che poi metteranno sotto l’albero di Natale per i propri cari.
In Islanda, come vi dicevo nei miei precedenti articoli (Puoi leggerli QUI e QUI), i regali si aprono la notte della Vigilia, quindi la sera del 24 dicembre. In questo modo, alcuni di loro, ancora fedelissimi alla tradizione Jólabókaflóð, potranno trascorrere la serata – e la notte intera – leggendo il libro che hanno ricevuto in dono accoccolati sul divano, davanti a un camino acceso, con una tazza di cioccolata calda, o la birra analcolica del natale: la jólaöl; Per una lettura solitaria o condivisa con la persona del cuore.
Vi lascio con uno stralcio della lettera scritta da Birkir, protagonista del libro “La metà imperfetta”, a Sunday in occasione del Natale:
Qui in Islanda abbiamo un modo speciale per festeggiare la Vigilia: in una parola Jólabókaflóð; la tradizione di scambiarsi libri come doni e restare svegli tutta la notte a leggere.
I più fortunati, questa sera, dopo cena leggeranno insieme accoccolati sul divano davanti al camino acceso, o nel letto sotto uno spesso strato di coperte; non senza aver prima fatto la conta fra i libri regalati a vicenda. Nel nostro caso non ce ne sarà bisogno, ho preso per me lo stesso libro che ho donato a te, se solo tu fossi qui…
Invece sei in Inghilterra, con lui. E io non posso pretendere e neanche sperare che tu questa notte la passerai leggendo, ma se ne leggerai anche solo una pagina quel breve tempo lo avremo trascorso comunque insieme.
Mi chiamo Cinzia e sono la founder di Tratto Rosa. Una profonda passione per la scrittura, amo gli animali, le storie d’amore, scrivo tanto, penso di continuo e adoro cucinare. Inizialmente ho fondato questo sito per mettermi in gioco, al solo scopo di dare una mano alle colleghe scrittrici attraverso articoli di presentazione e recensioni.
Dopo, è diventato molto altro.