Quali segreti cela Marcello Simoni ne “Il castello dei falchi neri”? Quali intrighi, alleanze e misteri dovrà combattere Oderico Grifoni di ritorno dalla crociata in terra santa?
Un thriller storico che ha tutti i presupposti per rapire il lettore. Ritengo che in letteratura ci siano due generi difficili da scrivere: il thriller e lo storico. Il primo richiede una grande capacità persuasiva da parte dello scrittore che deve attrarre il lettore al punto da annullare il suo concetto di realtà, farlo entrare completamente nella storia per poter avere la sua piena attenzione. Il secondo richiede ricerche approfondite, una minuzia pazzesca nei dettagli, in particolare di città reali. Ambientando il suo romanzo “Il castello dei falchi neri” in una Napoli di metà ‘200, Marcello Simoni sarà riuscito nell’impresa?
Titolo: Il castello dei falchi neri
Autore: Marcello Simoni
Editore: Newton Compton Editori
Genere: Thriller storico
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Trama
Anno Domini 1233. Dopo aver preso parte alla crociata di Federico II, il nobile Oderico Grifone, ormai diventato uomo, fa ritorno alla dimora di famiglia, una grande magione nella campagna di Napoli. Il rientro, tuttavia, non è dei più felici. Sua sorella, Aloisia, è stata data in sposa a un uomo di dubbia reputazione, mentre Fabrissa, una giovane aristocratica con la quale Oderico, prima di partire per la Terra Santa, aveva intrecciato una storia d’amore, è promessa a un altro.
Come se non bastasse, la famiglia sembra essere caduta in disgrazia e il castello, un tempo ricco e prospero, versa ora in uno stato di abbandono. Pur non riuscendo a comprenderne il motivo, Oderico intuisce che la madre, il padre e il fratello minore gli nascondono qualcosa.
Qualcosa che riguarderebbe il feudo dei Grifoni, una collina sulla quale in molti vorrebbero mettere le mani a causa di un antico segreto custodito tra i suoi fitti boschi. Nel tentativo di risollevare le sorti della famiglia, Oderico resterà coinvolto, suo malgrado, in una serie di efferati delitti che sembrano avere uno stretto legame col più grande motivo d’orgoglio del suo casato: la nobile arte della falconeria.
Recensione
Sono davvero molto esigente in tema di thriller e di romanzi storici, e ciò comporta una grande curiosità nel voler scoprire a tutti i costi se un romanzo la cui trama mi rapisce rispetti questi canoni. Marcello Simoni ambienta inoltre il suo romanzo “Il castello dei falchi neri” a Napoli, la mia città e la stessa che a livello storico penso abbia tanto da raccontare potendo trasmettere le culture di diverse dominazioni.
È proprio durante una di queste che si svolge il racconto di Marcello Simoni. In particolare, verso la metà del ‘200 quando la città lottava contro la dominazione di Federico II di Svevia, da poco di ritorno dalla crociata in Terra Santa. Per quanto abbia in qualche modo favorito la cultura di Napoli, il sovrano non aveva ricevuto il consenso del popolo, feudatari e no, a causa delle ingenti tasse. È in questo contesto che si svolge la storia de “Il castello dei falchi neri”, raccontando del ritorno di Oderico Grifoni, legittimo erede della sua casata ritenuto morto per la crociata.
L’accoglienza per il giovane non è delle migliori, tutti sembrano scontrarsi con un fantasma e gli affetti a lui più cari sono ormai lontani o compromessi. Oderico deve inoltre scoprire da solo il perché di tutti questi misteri.
Cosa nasconde la casata dei Grifoni? Perché i debiti sono ormai così ingenti e chi mina al benessere dei suoi cari?
Tanti segreti e sotterfugi che si legano tra di loro incollando il lettore a ogni pagina. Come per ogni thriller e storico che si rispetti, anche in questo caso Marcello Simoni sceglie un punto di vista esterno che consenta di seguire i protagonisti uno per uno. I capitoli brevi de “Il castello dei falchi neri” consentono inoltre di seguire tutti gli intrighi senza che mai si perda il filo del discorso. Ogni capitolo si concentra su qualcosa, ma subito si rtorna al precedente. Un salto continuo che in un primo momento potrebbe far girare la testa ma che, al tempo stesso, permette di comprendere ancor meglio lo stato d’animo dei protagonisti e l’avvicendarsi delle scoperte.
Per ritornare alla domanda iniziale: è riuscito Marcello Simoni a coniugare caratteristiche dei due generi? La risposta è senza dubbio affermativa e aggiungerei che “Il castello dei falchi neri” coniuga anche fantasia e realtà con maestria, allenando il lettore all’avventura, come un grifone intento alla caccia. Ebbene, leggete il libro per comprendere del tutto questa similitudine!
Fabiola Criscuolo