Cosa è un’espressione? È quella cosa buffa che fai con la faccia quando stai provando un’emozione, sia essa positiva o negativa.
Le espressioni emotive sono segnali universalmente riconosciuti. Sono in un certo senso il linguaggio con cui tutti sanno comunicare.
Cosa sono invece le microespressioni? Sono quelle espressioni così veloci, così minime e impercettibili che quasi quasi non le cogliamo.
In realtà non è così. Per tornare al discorso delle “sensazioni a pelle” che abbiamo fatto in precedenza, le microespressioni sono parte di quello che contribuisce a crearle. Forse il nostro occhio non è abituato a vederle, ma il cervello le percepisce e ne prende nota. In realtà prende nota anche della postura del nostro interlocutore, oltre che del suo tono di voce, del suo atteggiamento e così via. Anche se l’altra persona è impassibile, si lascerà sfuggire sempre qualche dettaglio che dice di lui o lei più della sua intera biografia.
Se ci sta “antipatico” senza apparente motivo, potrebbe essere perché ci ha deriso in modo impercettibile, o ha un’espressione di scherno verso il mondo o la cosiddetta aria da snob. Ecco da dove originano, almeno in parte, le nostre prime impressioni.
È possibile allenarsi a riconoscere le microespressioni?
Come celebrato nel telefilm Lie to me, sì, si possono osservare se si presta davvero molta, moltissima attenzione. E con tanti anni di esperienza, ovviamente. Ma se per diletto e conoscenza personale volete provarci, ecco qualche piccola dritta:
Il sorriso “falso” è un sorriso simmetrico: quando sorridiamo spontaneamente la naturale asimmetria del nostro volto si accentua; mentre un sorriso finto è controllato, dunque simmetrico. Quando si dice “non sorride con gli occhi”, si intende proprio che non si formano le rughe espressive naturali, che dovrebbero formarsi con un vero sorriso, ma non con uno finto.

La bocca e gli occhi sono molto espressivi, perché controllati da muscoli che si attivano anche involontariamente nel sistema preposto alle emozioni. Anche piccoli movimenti o tic della bocca e degli occhi sono significativi.
Per finire: prestate attenzione alla posizione dell’altro rispetto a voi, quando state parlando. Le braccia conserte possono infatti indicare un rifiuto ad ascoltare, oppure una chiusura.
Vi ricordo che non sempre questi dettagli sono sinonimo di bugie o arcani misteri. Spesso sono solo manierismi e tic nervosi, comuni e dovuti al nervosismo di una persona.
Detto questo, buona osservazione!
Isabella Vinci

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